Lugli LILLIPUT
Ho realizzando la repliche in scala 1:3 del trattore Italiano Lugli Lilliput prodotto negli anni '50 in Italia dalla ditta Lugli di Carpi (MO)
Misure della replica da me realizzata: Lunghezza totale: 50 cm Larghezza: 30 cm altezza: 35 cm peso: 15 kg
Il kit di fusioni da cui sono partito è stato realizzato da Emidio Gattafoni di Civitanova Marche (MC) http://digilander.libero.it/liguori/
CENNI STORICI
Il tutto nasce nella
bottega di fabbro di Limidi di Soliera (MO) di Ettore Lugli, classe 1892. A 18
anni Ettore inizia il mestiere di fabbro ferraio, producendo quello che il
"mercato" richiedeva: inferriate, cancellate, tubi da irrigazione, stufe, ecc.
Tra i garzoni di bottega ci fu anche quell' Angelo Po, poi fondatore
dell'omonima grande fabbrica di grandi cucine. Ettore avrà 4 figli maschi (Tullio,
Vasco, Nerio e Renzo), oltre a una ragazza (Tosca) morta prematuramente.
E' il primogenito Tullio che inizia già prima della guerra la costruzione di
qualche "carioca" derivata da veicoli.
Dopo la guerra viene costruito, ancora in pochi esemplari, un primo trattore
agricolo (il "TER 12") in larga parte fatto di pezzi di recupero, ma comunque
con una fisionomia sua. Il motore credo fosse un Ruggerini a petrolio.
Verso il 1952 Tullio entra in contatto col sig. Bonatti della SEC (Società
Economizzatori Carbone) di Piacenza, che si occupa di automazione delle fornaci
di laterizi. Bonatti cercava un piccolo trattore che andasse a sostituire gli
asini che finora erano utilizzati a trainare i carrelli dei laterizi che dalla
taglierina dovevano essere trasportati agli essiccatoi naturali all'aperto
(gambette) e da lì al forno di cottura.
Parte quindi il primo progetto del "Lilliput". Il problema era il motore.
All'epoca non esisteva in Italia un motore diesel di piccola potenza adatto allo
scopo.
La scelta cadde quindi su un motore marino inglese, l'Enfield, della stessa
fabbrica di armi. Si trattava di un monocilindrico diesel da circa 7 HP con
raffreddamento ad aria e basamento in alluminio.
Il carter della trasmissione è realizzato in fusione di ghisa, anche se i
componenti interni (frizione, differenziale e ingranaggeria del cambio) sono
sostanzialmente di recupero.
Il papà Ettore morirà proprio nel 1952, senza fare in tempo a vedere il
prototipo realizzato.
Nel 1955 l'officina si trasferisce a Carpi, in Via Ugo da Carpi dove rimarrà
fino al 1974.
Nel frattempo era stato assunto il sig. Norberto Beltrami, il quale,
giovanissimo, iniziava la carriera di tecnico progettista. Accompagnerà
l'azienda per tutta la sua vita; ancor oggi ad oltre 75 anni è sulla breccia e
collabora all'attuale Lugli Carrelli Elevatori (almeno di quel che è rimasto).
Beltrami progetterà ex-novo i trattorini e creerà il gruppo trasmissione "G2"
che rimarrà praticamente inalterato per tutto il ciclo di vita del prodotto.
Nel frattempo si rende disponibile un motore tedesco, il Gueldner, di circa 6
HP. I trattorini con questo motore si chiameranno "Junior", proprio per le ancor
più piccole dimensioni.
Sempre nella seconda metà degli anni '50 viene realizzata una versione agricola
con motore a petrolio Ruggerini ("L10"). Ma sarà la disponibilità di un motore
diesel italiano da parte della VM a far realizzare il modello LD10 che avrà
anche una versione agricola di cui si tenterà la vendita anche in Yugoslavia.
Questo trattorino poteva già avere l'avviamento elettrico, un vero lusso
rispetto agli altri con avviamento a manovella.
Sul LD10 viene realizzata anche una piccola pala caricatrice di 400 kg. di
portata. Era destinata principalmente all'uso nelle fonderie per movimentare il
carbone e la terra di formatura degli stampi.
Nasceva anche un modello specificatamente agricolo, il modello "L15" con motore
Slanzi. Si trattava di una macchina sicuramente innovativa ("chitarre" sulle
ruote per averne anche una versione bassa, unica leva per il cambio e le
ridotte, ecc.). Però si trattava di andare in concorrenza con "La piccola" Fiat
e il progetto fu abbandonato dopo aver prodotto alcuni esemplari.
Con la produzione del motore VM 10DA viene realizzato un trattorino più grande,
di "ben" 12 HP che viene battezzato GOLIA. Per la verità già un Golia era stato
realizzato con un motore Enfield più grande, ma si era trattato di una
produzione di non tantissimi esemplari.
Anche sul Golia viene realizzata una pala caricatrice di concezione più moderna.
All'inizio degli anni '60 le fornaci di laterizi cominciarono a sostituire gli
essiccatoi in "gambetta" con quelli artificiali. I mattoni venivano disposti su
gabbioni e questi richiedeva un nuovo mezzo. Nel 1961 nasce quindi il primo
carrelli elevatore adatto allo scopo; aveva una portata di 800 kg., un motore
Slanzi ed innovative frizioni elettromagnetiche per comandare la marcia avanti e
indietro. Nacquero poi i carrelli elevatori a trasmissione idrostatica, quelli
elettrici, ecc. ecc ... ma, come si dice, questa è un'altra storia.
Dalla meccanica del carrello elevatore fu anche derivato un locomotore a
scartamento ridotto per il trasporto della terra dalla cava alla fornace.
Qualche esemplare di locomotore era già stato costruito anche con motore Enfield,
ma in pochissimi esemplari.
Il trattorino con pala meccanica sopravvisse fino al 1970/1971, quando ne fu
definitivamente cessata la produzione. Nel 1971 moriva prematuramente anche
Tullio Lugli. Oggi dei quattro fratelli sopravvive solo Renzo, il più giovane.
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